domenica 8 aprile 2007

BUONA PASQUA!


Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno!
All’inizio della liturgia della Messa Papale del giorno di Pasqua, il diacono canta queste parole: Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno! - Il Signore è risorto, lui che per noi pendeva dal legno! È un’espressione che presenta una gioia estremamente “reale”, storica e concreta… non si parla di risurrezione di un uomo qualsiasi, non si annuncia superficialmente un trionfo che dimentica il dolore… no. Solo guardando a colui che per noi fu appeso al legno della croce comprendiamo la portata rivoluzionaria e profondissima della risurrezione. Dice la Lettera agli Ebrei: «Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno» (4, 15-16). È risorto dunque Cristo, vero uomo che ha sperimentato il dolore, la solitudine e la morte in un grado impareggiabile, e vero Dio che entrando in queste realtà le ha sconfitte cambiandole dall’interno, nell’attesa che nell’ultimo giorno tutto sia posto definitivamente sotto i suoi piedi!
Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno!



Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni!
Questa seconda frase – che il diacono canta rivolto verso il Santo Padre dopo quella di cui si è già parlato – si trova letteralmente nel Vangelo secondo Luca: Quando Gesù sparisce improvvisamente alla vista dei discepoli di Emmaus dopo aver spezzato il pane, «essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone – Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni”. Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane» (24, 32-35). Anche la Prima lettera ai Corinzi di San Paolo attesta una particolare apparizione del Risorto a Simon Pietro: «[Cristo] apparve a Cefa e quindi ai dodici» (15, 5). Dire dunque Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni sta a significare che la meravigliosa esperienza della Risurrezione di Cristo non ci viene data in modo intimistico e isolato, ma attraverso Pietro e la Chiesa… Se è vero che questa frase parla di una particolare apparizione di Cristo risorto a Pietro, è vero anche che è un’espressione che fiorisce sulle labbra sorridenti della Chiesa nascente. Ascoltiamo allora Pietro negli Atti degli Apostoli: «Dio ha risuscitato Gesù di Nazaret al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (10, 40-41). Ancora oggi possiamo entrare in contatto con Pietro – Benedetto XVI – e con i “testimoni prescelti da Dio”, e sperimentare davvero la sua risurrezione, il perdono dei peccati, la vita eterna.
Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni!


BUONA PASQUA 2007
a tutti voi!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buona Pasqua a te! Cristo è risorto!