mercoledì 25 aprile 2007

Conversione di Sant'Agostino

Il 25 aprle 387, nella notte pasquale, a Milano, Sant'Agostino riceveva il Battesimo da Sant'Ambrogio, insieme al figlio Adeodato. Ricorre oggi dunque il 1620° anniversario di questo lietissimo evento.
Può essere l'occasione per leggere la bellissima omelia che Benedetto XVI ha tenuto domenica mattina a Pavia, in cui si parla della "triplice conversione" di Agostino.

domenica 22 aprile 2007

San Leonida, prega per noi

Oggi poi, 22 aprile, il Martirologio Romano propone la memoria di San Leonida... un santo che certamente a molti sarà ignoto, ma è morto martire e inoltre... è il padre del grande Origene, presbitero e scrittore cristiano del III secolo.
Così si legge nel martirologio in data odierna:

22 Aprile.

(...)

S. Leonida
Ad Alessandria d’Egitto, ricordo di S. Leonida, martire, che, sotto Settimio Severo, fu decapitato in nome di Cristo, lasciando il figlio Origene ancora fanciullo.

(...)


Intanto stasera il Papa ha reso omaggio alle spoglie di Sant'Agostino. Difficilmente dimenticherò questo sguardo:

giovedì 19 aprile 2007

VIVA IL PAPA!!!


Oggi ricorre il 2° anniversario dell'elezione del nostro amato Santo Padre Benedetto XVI. Già lunedì abbiamo festeggiato l'importante traguardo degli 80 annni di età. È una grande gioia avere questo Papa e ascoltare la sua parola... Ho anche comprato il libro e ho letto i primi tre capitoli: molto illuminanti. Benedetto XVI è dolce e forte.
Festeggio con un piccolo aneddoto, dei giorni in cui aspettavamo con ansia l'elezione del nuovo Papa, dopo la morte di Giovanni Paolo II. Era sabato 16 aprile 2005, era il terzo sabato del mese e quindi eravamo liberi, in seminario, di partire per andare alle parrocchie di destinazione già prima di pranzo... mentre dunque ero in macchina con altri seminaristi, alle 9.17 mi arriva un sms (non guidavo io, dunque potevo leggerlo subito): «...oggi è il compleanno di Joseph Ratzinger...Dominus conservet eum...ehm!buongiorno!»... Bè, che dire? tre giorni dopo quel sms giocoso e speranzoso era divenuto pienamente realtà: Oremus pro pontifice ... Dominus conservet eum è infatti una parte della preghiera classica che la Chiesa innalza a Dio per il Papa, parafrasando leggermente le espressioni iniziali del salmo 41 (40).
Santità, ancora tanti, tanti, tanti di questi giorni: è un grande augurio per Lei e per noi!
VIVA IL PAPA!

domenica 8 aprile 2007

BUONA PASQUA!


Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno!
All’inizio della liturgia della Messa Papale del giorno di Pasqua, il diacono canta queste parole: Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno! - Il Signore è risorto, lui che per noi pendeva dal legno! È un’espressione che presenta una gioia estremamente “reale”, storica e concreta… non si parla di risurrezione di un uomo qualsiasi, non si annuncia superficialmente un trionfo che dimentica il dolore… no. Solo guardando a colui che per noi fu appeso al legno della croce comprendiamo la portata rivoluzionaria e profondissima della risurrezione. Dice la Lettera agli Ebrei: «Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno» (4, 15-16). È risorto dunque Cristo, vero uomo che ha sperimentato il dolore, la solitudine e la morte in un grado impareggiabile, e vero Dio che entrando in queste realtà le ha sconfitte cambiandole dall’interno, nell’attesa che nell’ultimo giorno tutto sia posto definitivamente sotto i suoi piedi!
Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno!



Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni!
Questa seconda frase – che il diacono canta rivolto verso il Santo Padre dopo quella di cui si è già parlato – si trova letteralmente nel Vangelo secondo Luca: Quando Gesù sparisce improvvisamente alla vista dei discepoli di Emmaus dopo aver spezzato il pane, «essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone – Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni”. Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane» (24, 32-35). Anche la Prima lettera ai Corinzi di San Paolo attesta una particolare apparizione del Risorto a Simon Pietro: «[Cristo] apparve a Cefa e quindi ai dodici» (15, 5). Dire dunque Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni sta a significare che la meravigliosa esperienza della Risurrezione di Cristo non ci viene data in modo intimistico e isolato, ma attraverso Pietro e la Chiesa… Se è vero che questa frase parla di una particolare apparizione di Cristo risorto a Pietro, è vero anche che è un’espressione che fiorisce sulle labbra sorridenti della Chiesa nascente. Ascoltiamo allora Pietro negli Atti degli Apostoli: «Dio ha risuscitato Gesù di Nazaret al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (10, 40-41). Ancora oggi possiamo entrare in contatto con Pietro – Benedetto XVI – e con i “testimoni prescelti da Dio”, e sperimentare davvero la sua risurrezione, il perdono dei peccati, la vita eterna.
Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni!


BUONA PASQUA 2007
a tutti voi!

mercoledì 4 aprile 2007

Inizia il Triduo Pasquale...


Domani iniziamo il denso e bellissimo itinerario del Triduo Pasquale. Guardando con gli occhi del cuore il Crocifisso possiamo come far rinascere la forte e lieta speranza che nasce dalla fede... Ma in cosa aver fede? in che sperare? Proprio oggi leggevo un passo di Romano Guardini (Qualche post fa parlavo del libro da cui traggo questo pensiero) che riporta il nostro sguardo sull'unica certezza che è roccia per la nostra vita. Ecco qui il suo pensiero (non è forse di immediata e facilissima comprensione, forse, ma vi prego... leggete e rileggete perché ne vale la pena):

Da quando il Signore è morto, ciò ha preso posto nella realtà. Per il fatto che questo sussiste, tutto è cambiato. Di là noi traiamo la vita, nella misura in cui siamo vivi davanti a Dio.
Quando qualcuno chiede: Che cosa v’è allora di sicuro? Così sicuro che se ne possa vivere e morire? Così sicuro che tutto vi si possa ancorare dentro? La risposta è questa: l’amore di Cristo… La vita ci insegna che questa suprema realtà non è costituita da persone umane, fossero anche le migliori e le più care; nemmeno dalla scienza, o dalla filosofia, o dall’arte, o da quant’altro l’energia umana produce. Neppure dalla natura, così densa di profondo inganno; o dal tempo, dal destino… Nemmeno semplicemente da Dio, poiché sul peccato s’è destata in verità la collera di Dio e senza Cristo come potremmo sapere che cosa dobbiamo attenderci da lui? È certo solo l’amore di Cristo. Non possiamo neppure dire: l’amore di Dio, perché sappiamo definitivamente sola attraverso Cristo che Dio ci ama. E se sapessimo questo senza Cristo – l’amore può essere anche inesorabile, e tanto è più duro, quanto è più nobile. Solo mediante Cristo sappiamo che Dio ama perdonando. No, in verità, ciò che è certo è solo quanto si è rivelato sulla croce: l’intento, che là vive; la forza che colma quel cuore. È già vero quel che spesso viene predicato in modo così inadeguato: il cuore di Gesù Cristo è principio e fine di tutto. E quanto d’altro rimane sicuro – là dove si tratta di vita eterna e di morte eterna – ha solida consistenza in ragione di lui.

Buon Triduo Pasquale a tutti!