giovedì 15 febbraio 2007

Ieri era San Valentino... o no?

Scusate il ritardo. Questo post lo dovevo pubblicare ieri, ma poi non ho avuto tempo. Vorrei chiarire una piccola questione: tutti ieri ricordavano o “celebravano” in modi tutto sommato abbastanza commerciali la festa di San Valentino. Eppure chiunque sia stato a Messa o abbia aperto il Breviario o consultato un calendario liturgico si sarà reso conto senz’altro che ieri ricorreva la festa dei Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. Come spiegare questa incongruenza? Era San Valentino sì o no?

La risposta c’è, ed è anche abbastanza semplice. Fino al 1969 – data in cui il calendario liturgico venne riformato secondo i criteri stabiliti dal Concilio Ecumenico Vaticano II – il 14 febbraio si celebrava effettivamente la memoria di San Valentino Martire, mentre Cirillo e Metodio si celebravano il 7 luglio (non so il motivo di questa data). Ora, uno dei criteri di riforma del calendario fu quello di portare la celebrazione dei santi nel giorno della loro morte. Poiché Cirillo morì il 14 febbraio 869 e Metodio il 6 aprile 885, le date fra cui scegliere erano due: 14 febbraio o 6 aprile; però qui probabilmente entrò in gioco un altro criterio di riforma: lasciare libere – se possibile – le date in cui facilmente potrebbe essere in corso la celebrazione della Quaresima o dell’Ottava di Pasqua. Ecco allora che si optò per il 14 febbraio, sopprimendo – almeno nel calendario generale – la memoria di San Valentino.

Tuttavia, nel Martirologio Romano, si ricorda che il 14 febbraio Valentino subì il martirio a Roma, nella Via Flaminia, vicino a Ponte Milvio. Ovviamente dunque si può celebrare dove è patrono della Chiesa (ad esempio una “Parrocchia San Valentino”) o della diocesi, tralasciando in questo caso la festa dei Santi Cirillo e Metodio.

Perché San Valentino è considerato il “patrono degli innamorati”? Non so bene. Posso ipotizzare che ci sia stata la sovrapposizione di qualche precedente festa pagana per via della data. Ricordiamo che San Valentino morì nel III secolo, per cui anche la memoria liturgica è molto antica: è facile allora che una festa che già si celebrava in quei giorni e che magari esaltava la fecondità e l’amore umano (in fondo non siamo lontani dalla primavera) sia stata in qualche modo associata alla memoria del martire. Ma, ripeto, su questo non sono sicuro.

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