giovedì 12 febbraio 2009

In morte di Eluana Englaro

Omelia del 10 febbraio 2009
Memoria di Santa Scolastica. Liturgia della Parola della feria: Gen 1,20-2,4a; Sal 8; Mc 7,1-13

«Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e omini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sulle bestie...» (Gen 1,26)
La Parola di Dio di oggi ci riempie di una grande gioia perché richiama alla nostra mente la dignità altissima che Dio ci ha donato: ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, ci ha donato l'anima razionale immortale, ci ha donato una ragione a immagine sua, che è puro spirito, e ci ha chiamato all'eternità; e ci ha dato la consegna di tenere il suo luogo nel mondo: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Gen 1,28). Queste parole si adattano benissimo alla memoria di oggi, quella di Santa Scolastica. Si tratta della sorella di San Benedetto: questi due santi si consacrarono al Signore e agli inizi del VI secolo diedero avvio in Europa a un'opera amplissima di evangelizzazione con i loro monasteri: e portando il Vangelo di Cristo nobilitavano grandemente l'uomo; i monasteri benedettini hanno trasmesso la cultura dell'epoca classica, hanno diffuso una prassi del lavoro anche manuale che ha fatto progredire il nostro continente anche economicamente, hanno educato le coscienze di interi popoli. Possiamo ben dire che hanno fondato la nostra Europa. In sintesi, hanno davvero messo in pratica il comando divino: «Soggiogate la terra e dominatela».

Quanto contrasto, quanta distanza fra l'opera di questi santi e quello a cui abbiamo assistito in questi giorni!

Abbiamo assistito a un assassinio perpetrato in nome di alcune sentenze emesse da due tribunali della repubblica; abbiamo assistito a un'uccisione che non è stata fermata dalla più alta magistratura dello stato.
Forse pensavamo che i tempi dei farisei e degli scribi che anteponevano la legge alla persona fossero terminati. Il Vangelo di oggi (Mc 7,1-13) ci narra di uno dei tanti diverbi tra Gesù e queste persone, tutte preoccupate di salvare la forma, di salvare le tradizioni giuridiche, ma in realtà poco preoccupate dell'uomo e della volontà di Dio. Pensavamo che i tempi del formalismo e dell'ipocrisia fossero finiti; pensavamo che la parola di Cristo che insegna che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato (cf. Mc 2,27) fosse davvero penetrata nella coscienza dei popoli, o almeno in quella del nostro popolo, fin troppo poco incline al legalismo e al perfezionismo. C'eravamo sbagliati. C'eravamo ingannati. Ci siamo dovuti ricredere. Una donna è stata uccisa per una serie infinita di cavilli procedurali, giudiziari, costituzionali veri o presunti.
Noi affidiamo la sua anima al Dio della misericordia, mentre chiediamo perdono e imploriamo misericordia anche per i suoi uccisori: Kyrie, eleison - Signore pietà!
Ma chiediamo perdono anche per noi, perché forse troppo poco e troppo tardi abbiamo parlato; avremmo dovuto smuovere con più forza le coscienze davanti a questo dramma, avremmo dovuto risvegliare con più vigore l'anima civile e cristiana di questo Paese. Perdonaci, Signore, abbi pietà di noi.
Tutti ci sentiamo rivolgere oggi la forte parola di Cristo: «questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me» (Mc 7,6). Dobbiamo stare molto attenti, perché già altri popoli che avevano udito la voce del Signore e lo avevano seguito, poi gli hanno voltato le spalle e Dio li ha abbandonati alla durezza del loro cuore - a cominciare dal popolo di Israele, che ricevette la prima alleanza. «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me» (ib.): nazioni che un tempo fiorivano di santità e vocazioni, di grandi spiriti cristiani, ora sono l'ombra di loro stesse e vagano nella tenebra; hanno lasciato il Regno di Cristo per inseguire un vago ideale di libertà e si sono trovati invece schiavi della tremenda e impietosa "dittatura del relativismo". Dobbiamo stare molto attenti che ciò non avvenga anche a noi , che Dio non ci abbandoni alla durezza del nostro cuore.
Chiediamo a Santa Scolastica e a San Benedetto di aiutarci a non rinnegare l'opera per cui hanno lavorato. Chiediamo a Dio di perdonarci, di farci rialzare da questa caduta e di rinnovare in noi il dono della ragione che ci mostri che nella sua volontà c'è la verità e la vita per l'uomo; che ci mostri che la sua Parola e la sua Grazia - che sono sempre a servizio dell'uomo - valgono più di mille tradizioni e leggi «che sono» solo «precetti di uomini» (Mc 7,7).


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Mi dispiace aver causato in questi giorni qualche delusione in un visitatore del blog, ma la mia decisione di eliminarne i commenti è stata causata principalmente dal fatto che si sia firmato come anonimo...
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Ripeto: mi dispiace veramente.
Ma non vorrei trasformare il blog in una selva selvaggia di commenti anonimi...
l'esperienza insegna...

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