mercoledì 23 dicembre 2009

IL FOGLIO intervista Kiko Argüello



Il Foglio 23 dicembre 2009, prima pagina


Dies Familiae a Madrid

"Il futuro dell'Europa è nella famiglia e la chiesa deve dirlo forte"
Kiko Argüello, fondatore del Cammino neocatecumenale, ci spiega la festa del 27 dicembre per "aprirsi alla vita"

"Orfani di troppi genitori"



Roma. "Il futuro dell'umanità passa per la famiglia": un profetico Giovanni Paolo II così scandiva da Plaza de Lima, a Madrid, durante il suo primo viaggio in Spagna, nel 1982. "Il futuro dell'Europa passa per la famiglia": così ripete il volantino con cui il Cammino neocatecumenale invita alla Festa della Sacra Famiglia di Nazaret, il prossimo 27 dicembre a Madrid, Plaza de Lima. Il raduno delle famiglie cristiane è giunto, in Spagna, alla terza edizione. Diversamente dagli anni passati, questa volta, dopo l'abituale collegamento con San Pietro per l'Angelus del Papa che si rivolgerà in diretta ai partecipanti, ci sarà un'eucarestia. Kiko Argüello, iniziatore con Carmen Hernandez del Cammino neocatecumenale, ha promosso una presenza massiccia delle famiglie del Cammino di tutta Europa: più di diecimila solo quelle italiane in partenza per la capitale spagnola. Abbiamo chiesto ad Argüello perché vale la pena di fare uno sforzo così massiccio. Perché, spiega, "è necessario un tasso di natalità del 2,11 per famiglia per mantenere una cultura, altrimenti quella cultura si estingue. In Spagna nascono 1,1 figli a famiglia; in Italia 1,2; in Francia 1,8. L'unica risposta a questa situazione in Europa è la famiglia cristiana. Rivolgendosi ai vescovi brasiliani. Benedetto XVI ha affermato che 'la chiesa non può restare indifferente di fronte alla separazione dei coniugi e al divorzio, di fronte alla rovina delle famiglie e alle conseguenze che il divorzio provoca sui figli'. La chiesa non può tacere". Si dice però che, in alcune nazioni, più della metà di coloro che vanno in chiesa sono divorziati e che si deve essere misericordiosi nei loro confronti. Ma ammettere alla comunione i divorziati, pensa Kiko, equivale a sostituire "la famiglia cristiana, la nostra famiglia, con un altro tipo di famiglia. Tacere che le cose stiano così, tacere che il matrimonio cristiano è indissolubile per espressa volontà di Cristo, significa commettere un peccato di omissione. E questo è un peccato che molti nella chiesa di oggi hanno commesso e commettono. Relegare l'uso della sessualità al foro interno, praticare una sessualità diversa da quella esplicitamente voluta dalla Bibbia e ricordata da Paolo VI nell'Humanae vitae, ha indebolito il matrimonio cristiano, moltiplicando separazioni e divorzi". Argüello aggiunge che "l'eucarestia del 27 a Plaza de Lima vuole svegliare i cattolici; vuole svegliare la chiesa: le famiglie cattoliche devono aprirsi alla vita. Il problema è che l'antropologia biblica è stata sostituita con l'antropologia laicista. Il laicismo europeo ha le sue radici nell'Illuminismo francese, che ha negato l'anima: non c'è anima nell'uomo; non c'è spirito. Ma questo non è vero! Molta gente soffre e non sa perché. Soffre perché l'anima è morta, sepolta dai peccati, dagli aborti, dalla droga, da cose orribili". Per questo "i cristiani devono tornare a evangelizzare. Cristo ha vinto la morte e il suo Spirito Santo ci da la possibilità di amarci come lui ci ha amato: questo fa presente la famiglia cristiana".

Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI

II 13 maggio di quest'anno, il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per gli studi su Matrimonio e famiglia ha conferito a Kiko Argüello il dottorato honoris causa in Sacra teologia. Nella Laudatio accademica, il professor José Noriega così motivava: "L'accoglienza senza riserve dell'enciclica profetica Humanae vitae da parte delle famiglie del Cammino è stata un'autentica testimonianza per l'intera chiesa, mostrando che, al di là delle nostre paure o delle nostre difficoltà, è possibile vivere quanto la Chiesa segnala come specifico del cammino di santità della coppia se c'è una comunità viva che ci accompagna". La comunità, sottolinea Argüello, "salva la famiglia. La famiglia, a sua volta, salva la chiesa. È possibile vivere il matrimonio indissolubile. È possibile vivere la sessualità aperta alla vita, come dice la Bibbia e il magistero ricorda. Non solo è possibile ma è bellissimo". E torna a citare il discorso del Papa: "Con la cosiddetta famiglia allargata e mutevole, che moltiplica i 'padri' e le 'madri' e fa sì che oggi la maggior parte di coloro che si sentono orfani non siano figli senza genitori, ma figli che ne hanno troppi", si compromette la stessa possibilità di educazione dei figli. L'appuntamento del 27 dicembre, a Madrid, ha il compito di testimoniare tutto questo nel cuore dell'Europa laicista e postmoderna.

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